Caffè sospeso al bar Pietralba

Parte anche a Laives l’esperienza del Caffè sospeso. Grazie alla disponibilità di Edy e Roby, gestori del Bar Pietralba.

I giovani di Younited lanciano il «caffè sospeso»

Il gruppo, attivo nella cultura e nel sociale, insieme ai titolari del Bar Pietralba riprende l’idea nata a Napoli e che, attraverso un caffè pagato, è impegno sociale

12 febbraio 2017

di Bruno Canali

pastedGraphic.png
Dall’articolo dell’Alto Adige del 12 febbraio 2017

LAIVES. D’ora in avanti, al Bar Pietralba di Laives ci si potrà imbattere in qualche cliente che, entrando, chiede al barista: «Scusi, c’è un caffè sospeso?». Il caffè è quello che hanno deciso di lanciare i giovani di Younited, associazione di promozione sociale, recuperando anche a Laives un’antica tradizione napoletana: quella del “caffè sospeso”, vale a dire pagato da qualcuno ma non consumato. Lo fanno grazie alla disponibilità di Edi e Roberta, gestori del Bar Pietralba. Si tratta della prima volta che viene proposta questa iniziativa in città ma nel resto d’Italia sono ormai parecchi gli esercizi pubblici che la favoriscono con successo. In pratica si può lasciare un caffè pagato in favore di chi arriverà dopo, che sia una persona magari bisognosa, o che semplicemente a sua volta potrà fare altrettanto. Come detto è una tradizione napoletana la quale, secondo lo scrittore Riccardo Pazzaglia che fu simbolo della napoletanità, sarebbe nata in seguito alle dispute che sorgevano al momento di pagare i caffè al bar. Succedeva infatti che nell’incertezza tra chi aveva pagato e chi no, si finisse per pagare un caffè mai consumato. In tal caso non si chiedevano indietro i soldi ma si lasciava valido il credito a beneficio di qualcun altro che sarebbe entrato.

E’ facile intuire il valore sociale alla base di questa iniziativa, perchè è evidente che comportamenti del genere favoriscono i rapporti sociali e le amicizie e così la pratica del “caffè sospeso” è ben presto dilagata da Napoli al resto d’Italia e anche all’estero. “Caffè sospeso” è anche il nome di un gruppo di festival del cinema e cultura italiani, che vuole offrire spazi culturali liberi, articolati, così come si può offrire un caffè a uno sconosciuto, lavorando in rete, distribuendo informazioni, con spirito di solidarietà.

E’, insomma, “un caffè offerto all’umanità” quello che i giovani di Younited hanno deciso di promuovere, aderendo anche alla proposta dei festival di cinema e cultura che in Italia comprende attualmente 7 festival che offrono anche informazione alternativa, fuori dalle rotte comuni, per promuovere l’incontro con l’altro, l’accoglienza, anche con gli immigrati, le buone pratiche, i temi ambientali, quelli sociali e, come detto, il recupero della memoria storica.

«Un progetto – dicono i promotori – che sappia guardare alla bellezza come forma di vita e relazione, alle tante storie, piccole e grandi positive, che spesso pertò rimangono invisibili, come il piccolo gesto di regalare un caffè a uno sconosciuto. Quando un cliente lascia un “caffè sospeso” sa che verrà offerto a qualcuno che arriverà dopo e che magari ha più bisogno. Si tratta di una bella iniziativa recuperata nel 2011 con l’istituzione della “giornata del caffè sospeso” in collaborazione con varie associazioni culturali».

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *