A chi sono intitolate le vie di Laives

A

Via degli ALPINI

La fondazione del corpo degli Alpini risale al 15 ottobre 1872, ossia subito dopo l’Unità nazionale, con il nome di Montagnini. I Montagnini avevano il compito di fare da sentinella ai confini dell’Italia. Vennero reclutati giovani nati in montagna, abituati alle asperità e in grado di svolgere il loro compito al meglio grazie alla conoscenza della montagna. Quei giovani furono poi chiamati con il nome geografico di Alpini. Sono stati estremamente utili nei paesi d’alta montagna, portando concretamente aiuti di ogni genere con la preziosa collaborazione dei famosi muli. Questa meravigliosa utilità degli Alpini ebbe triste termine quando vennero mandati a combattere e morire sugli altopiani dell’Abissinia in Africa. Da quel momento per gli Alpini si fece ripetuto l’intervento nei conflitti. Notevole durante la guerra del 15/18, la “Grande Guerra”. La prima Guerra Mondiale seminò migliaia e migliaia di morti su ogni fronte belligerante con un grande numero di vittime tra i giovani alpini. Nel secondo conflitto mondiale, poi, si contarono tra gli Alpini un numero notevole di morti. Le truppe alpine ebbero ancora importanza nei dissidi di confine con la ex Jugoslavia e con l’Austria. Gli alpini sono ancora in armi con componenti uomini e donne e inviati in missioni di pace in molte parti del mondo. Con l’intitolazione di una via agli Alpini la frazione di Pineta vuole ricordare soprattutto la disponibilità disinteressata che hanno offerto molti di loro, nella costruzione di strade, di edifici (la chiesa e il campanile), di opere per la comunità; oltre al servizio (si pensi al terremoto) in varie calamità nazionali. Con una sezione a Laives, una a Pineta e una a San Giacomo l’ANA è tuttora attivissima e continua a dare aiuto, organizzare eventi, portare avanti con forza i valori originari, in silenzio, secondo uno dei famosi motti alpini: “tasi e tira”.

Via dell’ARTIGIANATO

In molte città l’odonimia dedica attenzione ai singoli mestieri, soprattutto se storici (bottai, fornari, argentieri, cappellari, cartari, acciaioli, ecc.).  In questo caso viene dedicata una via alle diverse attività artigianali presenti nella zona.

B

Via GIOSUÈ BORSI

Giosuè Borsi (1888 – 1915) nacque a Livorno. Dovette il suo nome al Carducci, amico del padre. Studiò al liceo classico e si laureò a Pisa. Cominciò a poetare presto, con versi d’ispirazione carducciana. Scrisse commedie, novelle, racconti per l’infanzia, ma anche pezzi critici e giornalistici. Pur essendo cresciuto in ambiente anticlericale e agnostico, le sventure della vita lo orientarono verso il cristianesimo. Divenne terziario francescano, cioè un laico che s’impegna a vivere nel mondo lo spirito di San Francesco.
Fra il 1912 e il 13 scrisse Le confessioni di Giulia, dedicate alla donna amata, intesa in versione angelicata e dantesca. Fu interventista nella prima guerra mondiale perché considerava la morte sul campo come l’espiazione di una vita di peccato. Riuscirà nel suo intento e morirà in un assalto a Zagora. Pochi giorni prima di morire, scrisse una lettera alla madre, considerata il suo più alto momento letterario.

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Via BRENNERO

La Strada Statale 12 dell’Abetone e del Brennero (SS 12) in tedesco Brennerstaatsstraße) è una strada statale italiana che collega Pisa al confine austriaco presso il Passo del Brennero. La strada statale 12 venne istituita nel 1928 con un percorso che partiva da Pisa e passava da Lucca – Passo dell’Abetone – Modena – Poggio Rusco – Verona – Rovereto – Trento – Bolzano – Bressanone – Brennero fino al confine.

Nel tempo il tracciato della strada ha subito alcuni cambiamenti. In seguito al decreto legislativo 2 settembre 1997, n° 320, dal 1º luglio 1998, la gestione del tratto in Trentino-Alto Adige è passata dall’ANAS alla provincia autonoma di Trento e alla provincia autonoma di Bolzano. Entrambe hanno lasciato la classificazione e la sigla di statale (SS) alla strada, in quanto questo decreto delega alle Province le funzioni in materia di viabilità stradale, ma la proprietà rimane allo Stato. In seguito alla nuova circonvallazione di Pineta di Laives c’è stata una contestuale declassificazione a strada comunale del tratto sotteso. Il nome Brennero (Brenner) non sembra, come si potrebbe facilmente pensare, derivare dal tedesco brenn (ardente, bruciante). Dal 1288 è documentata in atti la “corte di un certo Prennerius” ed il toponimo è attestato per la prima volta come Prenner, nel 1299 si chiama il Fondatore della Corte Chunradus Prenner de Mittenwalde, da cui il luogo ha ricevuto il nome di Prenner e quindi di Brennero. Il toponimo può essere connesso o con il nome della popolazione retica dei Breuni, che abitava su entrambi i versanti del passo, o più verosimilmente con il maso Brenner della zona, attestato sin dal XIII secolo. 

C

Piazzale CADUTI NELLE MISSIONI DI PACE

Dedicato alla memoria di tutte le vittime civili e militari delle missioni di pace. Il 12 novembre si celebra la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Coincide con l’anniversario della strage di Nassiriya (un grave attacco nel 2003 subito dall’esercito italiano in cui vennero uccisi diciannove connazionali, di cui dodici carabinieri di stanza presso la base irachena, cinque militari e due civili, che partecipavano alla missione internazionale denominata ‘Antica Babilonia'”). Tra loro anche Orazio Majorana,29 anni, di Catania, carabiniere scelto in servizio proprio nel battaglione di Laives. 

Si ricordano i valori difesi da operatori militari, ma anche da tanti operatori civili che hanno perso la vita negli interventi umanitari in molte parti del mondo per conto degli organismi internazionali e delle Organizzazioni non governative.

Via BENEDETTO CAIROLI

Benedetto Angelo Francesco Cairoli (Pavia, 28 gennaio 1825 – Napoli, 8 agosto 1889) è stato un politico italiano.

Fu garibaldino, rifugiato politico e cospiratore anti-austriaco, deputato al Parlamento, Presidente del Consiglio dei ministri italiano nei periodi 24 marzo 1878 – 19 dicembre 1878 e 14 luglio 1879 – 29 maggio 1881.

Via CATINACCIO

Il gruppo del Catinaccio (Rosengarten in tedesco, Ciadenac o Vaiolon in ladino) è un massiccio delle Dolomiti situato tra la valle di Tires, la val d’Ega e la val di Fassa nel Parco naturale dello Sciliar. Domina, anche se distante una ventina di chilometri, l’orizzonte orientale di Bolzano. Caratteristica del gruppo è la colorazione rosata che assume al tramonto, fenomeno visivo chiamato enrosadira. La prima ascensione alla vetta più alta (il Catinaccio d’Antermoia) risale al 31 agosto 1872 ad opera di Charles Comyns Tucker, T.H. Carson e A. Bernard. I due nomi originari, sono relativi ai due versanti della catena che funge anche da confine linguistico tra il mondo ladino e quello germanofono. Quello ladino, “Ciadenac”, “Catenaccio”, è da riferirsi alla ghiaia dolomitica tipica della catena. L’altro nome, quello tedesco di “Rosengarten” (giardino delle rose), attestato dal XV secolo, è riferito alla leggenda del mitico Re Laurino, volendo dare una spiegazione anche al fenomeno dell’enrosadira. La saga del giardino ha anche dato il nome al cosiddetto Gartl (la zona ghiaiosa centrale della cima più alta) che da lontano appare come zona bianca, perché spesso imbiancata di neve già nelle stagioni intermedie.

Via DAMIANO CHIESA

Damiano Chiesa (Rovereto, 24 maggio 1894 – Trento, 19 maggio 1916) è stato un militare e patriota italiano.

Fin da piccolo si rifiutava di ritenersi austriaco e detestava la lingua tedesca, nutrendo forti sentimenti irredentisti. Quando l’Austria chiamò alle armi, il 28 maggio 1915 si arruolò volontario nell’esercito italiano, 6º Reggimento Artiglieria da Fortezza. Pur di raggiungere al più presto il fronte, accettò in un primo tempo di svolgere le umili mansioni di attendente di un ufficiale. Come era prassi imposta per tutti gli irredentisti che si trovavano in prossimità del nemico, gli fu assegnato un nome di guerra: “Mario Angelotti”.

Alla fine della guerra fu insignito dell’appellativo di “Protomartire della Grande Guerra”. Insieme a Cesare Battisti e Fabio Filzi, costituisce la triade dei Martiri trentini e con loro è ricordato nel Monumento alla Vittoria di Bolzano. 

“Papà, mamma, Beppina, Jole ed Emma carissimi,
Negli ultimi momenti di mia vita, confortato dalla Fede, dalla S. Comunione e dalle belle parole del curato di campo, mando a tutti i miei cari i saluti più cari, l’assicurazione che nell’altra vita non sono morto, che sempre vivo in eterno che sempre pregherò per voi tutti.
Devo ringraziarvi di tutto quanto avete fatto per me e domando il vostro perdono.
Sempre vostro aff.mo figlio Damiano” 

Ultima lettera prima di morire

Via FRANCESCO CRISPI

Francesco Crispi (Ribera, 4 ottobre 1818 – Napoli, 11 agosto 1901) è stato un patriota e politico italiano.

Figura di spicco del Risorgimento, fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò.

Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali monarchici nel 1864. Anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l’unità d’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio: dal 1887 al 1891 e dal 1893 al 1896.

In politica estera coltivò l’amicizia con la Germania, che apparteneva con l’Italia e l’Austria alla triplice alleanza. Avversò quasi sempre la Francia, contro la quale rinforzò l’esercito e la marina.

I suoi governi si distinsero per importanti riforme sociali (come il codice Zanardelli che abolì la pena di morte e introdusse il diritto di sciopero) ma anche per la guerra agli anarchici e ai socialisti, i cui moti dei Fasci siciliani furono repressi con la legge marziale.

Crispi sostenne tuttavia una dispendiosa politica coloniale che, dopo alcuni successi, portò alla disfatta di Adua del 1896, evento che portò alla fine della sua carriera politica.

«Voi solo mi incoraggiate ad andare in Sicilia, mentre tutti gli altri me ne dissuadono. »

(Garibaldi a Crispi il 2 maggio 1860. In Duggan, p. 216.)

D

Passaggio scolastico MARIA DAMIAN

Maria Damian (Trento, 1887 – Laives, 1953) è stata un’insegnante e antifascista italiana.

Nata a Trento, nell’allora Impero austro-ungarico, dopo il diploma, cominciò ad insegnare. Nel 1908 la Damian si trasferì a Laives, dove insegnò nella locale scuola elementare.

Dopo l’annessione dell’Alto Adige all’Italia e l’avvento del fascismo, fu tra le animatrici delle Katakombenschulen, e contribuì all’organizzazione ed all’insegnamento nelle scuole clandestine di Laives. Collaboratrice del canonico Michael Gamper, divenne curatrice della rivista per ragazzi Der kleine Postillon. La Damian fu segnalata e condannata ad un lungo confino sull’Appennino tosco-romagnolo. Al termine della Seconda guerra mondiale scelse di fare ritorno alla scuola elementare di Laives, dove morì nel 1953, pochi giorni prima di andare in pensione.

Via DANTE (ALIGHIERI)

Dante Alighieri, anche noto con il solo nome Dante, della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 – Ravenna, notte tra il 13 e il 14 settembre 1321), è stato un poeta, scrittore e politico italiano.

È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta eminentemente alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.

Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna, è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo.

«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza»

(Dante, Divina Commedia, Inferno- Canto XVI )

Via CLAUDIA DE MEDICI

Claudia di Ferdinando I de’ Medici (Firenze, 4 giugno 1604 – Innsbruck, 25 dicembre 1648) fu duchessa di Urbino come moglie del duca Federico Ubaldo Della Rovere e poi fu arciduchessa d’Austria e contessa di Tirolo come moglie dell’arciduca Leopoldo V d’Austria.

Nel corso della guerra dei trent’anni fece costruire le fortezze di castel Ehrenberg (noto come “Fort Claudia”, a Reutte, in Tirolo), di Kufstein e di Scharnitz (la Porta Claudia sulla chiusa di Scharnitz prende il nome da lei) e si occupò di rinnovare e migliorare le difese del Tirolo, minacciato da una possibile apertura di un fronte meridionale della guerra.

Stimolò anche l’arte, con la costruzione di teatri barocchi, e il commercio, con la costituzione della nuova fiera di Bolzano nel 1635 e lo sviluppo dell’artigianato in Tirolo. Sempre nel 1635 Claudia fondò anche il magistrato mercantile di Bolzano, che più tardi trovò posto nel palazzo mercantile.

Via ARMANDO DIAZ

Armando Vittorio Diaz (Napoli, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale. Nominato Duca della Vittoria alla fine del conflitto, sarà poi ministro della guerra e maresciallo d’Italia.

Via DOLOMITI

Le Dolomiti, dette anche Monti Pallidi (Dolomiten in tedesco, Dolomites in ladino, Dolomitis in friulano), sono un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali italiane, comprese tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli. Prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia. La composizione chimica delle rocce dà origine al fenomeno dell’enrosadira. La prima denominazione geografica del termine “Dolomiti” comparve nel 1837 in una guida edita a Londra, per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di Fassa, Gardena, Badia, la val Pusteria nonché le Alpi veneziane. La denominazione Monti Pallidi si rifà invece alla leggenda di un prodigioso incantesimo. 

Il 26 giugno 2009 le Dolomiti sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità. 

E

F

Piazzetta GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta quando ancora non si conosceva nulla della mafia hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. 

Giovanni Falcone, (Palermo, 18 maggio 1939 – Capaci, 23 maggio 1992), è stato un magistrato italiano. Grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo d’agire. Un lavoro fatto soprattutto grazie al rapporto con i pentiti, uomini che scelgono di abbandonare la mafia per collaborare con la Giustizia. Proprio grazie a uno di loro, Tommaso Buscetta, hanno iniziato a conoscere il codice segreto della mafia.

Fu assassinato nella strage di Capaci per opera di Cosa nostra, insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano, assassinato da Cosa nostra assieme a cinque agenti della sua scorta nella strage di via D’Amelio.

Via FABIO FILZI

Fabio Filzi (Pisino, 20 novembre 1884 – Trento, 12 luglio 1916) è stato un patriota irredentista italiano.

Disertò l’esercito austro-ungarico per combattere, come volontario per l’Italia, nella prima Guerra Mondiale.

Venne fatto prigioniero assieme a Cesare Battisti il 10 luglio 1916 e riconosciuto subito dopo il suo superiore. Con Battisti fu condotto a Trento, processato e condannato a morte per alto tradimento. La sentenza fu eseguita tramite impiccagione (trattamento riservato a tutti i disertori e/o traditori) alle 19.30 del 12 luglio 1916 nella fossa del Castello del Buon Consiglio.

Via BENJAMIN FRANKLIN

Benjamin Franklin (Boston, 17 gennaio 1706 – Filadelfia, 17 aprile 1790) è stato uno scienziato e politico statunitense.  

Fu uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti. Svolse attività di giornalista, pubblicista, autore, tipografo, diplomatico, attivista, inventore, scienziato e politico. Fu tra i protagonisti della Rivoluzione americana. Diede contributi importanti allo studio dell’elettricità e fu un appassionato di meteorologia e anatomia. Inventò il parafulmine, le lenti bifocali, l’armonica a bicchieri e un modello di stufa-caminetto noto nel mondo anglosassone come stufa Franklin. Inoltre propose l’instaurazione dell’ora legale. Si guadagnò il titolo di “Primo Americano” per la sua infaticabile campagna per l’unità delle tredici colonie originarie.

“Il più dotato americano della sua era e colui che più influenzò il tipo di società che gli Stati Uniti sarebbero diventati.” 

(Walter Isaacson)

Via FUCHSER

Via Fuchser affianca la via dei Vigneti. Tale situazione porta a pensare che, come per molti nomi dei vigneti del Palatinato non fosse un termine vago messo lì per caso, bensì un riferimento alle tane di volpe dicendo che lì questi animali si sentivano a loro agio. Bisogna ricordare che in quella zona vi era infatti un ampio vigneto dove probabilmente vivevano alcune volpi. Già ad inizio del 1800 vi era nella zona uno dei masi più importanti e grandi di Laives chiamato Fuschserhof (che poi sarà chiamato Bar Sole). Diversi scritti del 1800 parlano anche della Fuchserau (terreno paludoso Fuchser).

G

Via GALIZIA

Alcuni storici ritengono che la parola abbia a che fare con le popolazioni di origine celtica. Altri sostengono che questo nome sia di origine slava – da halyca/galica che significa “collina spoglia”. Altro termine di origine slava “halka/galka”  significa “taccola” (uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei corvidi). 

Via KANONIKUS MICHAEL GAMPER

Michael Gamper (Prissiano di Tesimo, 7 febbraio 1885 – Bolzano, 15 aprile 1956) è stato un presbitero italiano.

Il suo grido di allarme sulla Todesmarsch (marcia della morte) della minoranza di lingua tedesca dell’Alto Adige è alla base della radicalizzazione della lotta per l’autonomia a cavallo degli anni sessanta del XX secolo, culminata nel terrorismo stragista del Comitato per la liberazione del Sudtirolo.

A Gamper furono assegnate le parrocchie di Cornaiano, Anterivo, Laives, Barbiano e Cardano. Nel 1908 venne nominato canonico nella collegiata della parrocchiale di Bolzano. Durante questo periodo conobbe Monsignor Ämilian Schöpfer, il quale si rese conto delle qualità giornalistiche di Gamper e lo invitò ad assumere la direzione del nuovo quotidiano Südtiroler Volksbote. A causa della politica fascista di italianizzazione della provincia la casa editrice dovette cambiare nome.

Nel 1925 dovette chiudere l’ultimo giornale in tedesco, Der Landsmann, già Der Tiroler. Nel 1926, grazie all’appoggio del Vaticano, Gamper ottenne che in Alto Adige venisse ripubblicato un quotidiano in lingua tedesca (chiamato Dolomiten e pubblicato tre volte alla settimana).

Gamper fu assieme a Josef Noldin uno degli ispiratori delle Katakombenschulen segrete per garantire l’insegnamento in lingua tedesca, ufficialmente vietato.

Via GIUSEPPE GARIBALDI

Giuseppe Maria Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Caprera, 2 giugno 1882) è stato un generale, patriota, condottiero e scrittore italiano.

Noto anche con l’appellativo di “Eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute sia in Europa sia in America Meridionale, è la figura più rilevante del Risorgimento e uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo.

È considerato dalla storiografia il principale eroe nazionale italiano. 

Iniziò i suoi spostamenti per il mondo quale ufficiale di navi mercantili e poi quale capitano di lungo corso al comando. 

La sua impresa militare più nota fu la spedizione dei Mille, che annesse il Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d’Italia durante l’Unità d’Italia.

Dichiaratamente anticlericale, fu autore di numerosi scritti e pubblicazioni, prevalentemente di memorialistica e politica, ma anche romanzi e poesie

Via JOHANN WOLFGANG VON GOETHE

Johann Wolfgang (von) Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco.

 «Uno dei più grandi letterati tedeschi e l’ultimo uomo universale a camminare sulla terra» (George Eliot), viene solitamente reputato uno dei casi più rappresentativi nel panorama culturale europeo. La sua attività fu rivolta alla poetica, al dramma, alla letteratura, alla teologia, alla filosofia, all’umanismo e alle scienze, ma fu prolifico anche nella pittura, nella musica e nelle altre arti. Il suo magnum opus è il Faust, un’opera monumentale alla quale lavorò per oltre sessant’anni.

Goethe fu l’originario inventore del concetto di Weltliteratur (letteratura mondiale), ebbe grande influenza sul pensiero filosofico del tempo, in particolare sulla speculazione di Hegel, Schelling e successivamente Nietzsche.

Via FEDERICO GUELLA

Federico Guella (Bezzecca, 27 novembre 1893 – Rovereto, 28 dicembre 1915) è stato un militare italiano, irredentista e pluridecorato ufficiale combattente della prima guerra mondiale.

All’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel Regio Esercito. Fu poi nominato sottotenente ed assegnato al reggimento a Mantova. Il suo reparto fu mandato nelle retrovie del fronte, e entrò in servizio in Val Lagarina. Guidò l’assalto all’importante postazione nemica di Castel Dante, nei pressi di Rovereto, che fu conquistata. 

Perse la vita durante un attacco nemico con supposto dell’artiglieria, in un contrattacco alla baionetta.

È dedicata a Federico Guella la caserma del 7º Reggimento carabinieri “Trentino-Alto Adige” con sede a Laives.

H

Via ANDREAS HOFER

Andreas Hofer (San Leonardo in Passiria, 22 novembre 1767 – Mantova, 20 febbraio 1810) è stato un oste e comandante tirolese.

Noto anche come Generale Barbòne, guidò le milizie di insorti tirolesi, che combatterono assieme all’esercito dell’Impero austriaco, contro francesi, bavaresi ed alleati, nel corso della guerra della quinta coalizione.

«Ai tirolesi italiani tanto amati! Con dispiacere sento che siete stati trattati molto male dalle mie truppe. Ora invio a voi, amati, cari e bravi compaesani e fratelli d’armi, una proclamazione, affinché in futuro, tramite la presentazione di essa, i ben intenzionati sappiano salvaguardarsi dai malintenzionati. Il mio cuore sincero, che pensa in maniera retta e onesta a tutti voi, detesta bande di briganti e saccheggi, detesta le requisizioni e l’impostazione di tributi, e ogni tipo di offese e pretese nei confronti di coloro che hanno ceduto alle truppe i loro alloggi. Nessuna di queste azioni infami trova posto nel mio cuore patriottico. Ogni bravo e onesto difensore della patria deve guardarsi bene dall’insudiciare e offendere il suo onore e il suo amore verso il prossimo, il che farebbe cadere su di noi la riprovazione di Dio che ci ha protetto così visibilmente e miracolosamente.»

Via OTTO HUBER

Ottone Huber (Otto in famiglia) nacque nel 1901 a Merano; arruolato nel 1922 nell’aeronautica militare concluse la sua formazione di pilota nel 1924. Poco dopo venne trasferito in Cirenaica (Libia), dove partecipò con oltre 150 missioni aeree a numerosi atti bellici per reprimere la resistenza delle tribù locali che – dopo la conquista italiana (1911-1912) – non avevano cessato di manifestare la loro ostilità. Ritornato in Italia nel 1927 venne promosso al grado di Maresciallo di 3 classe pilota. Nel gennaio del 1929 chiese di essere nuovamente trasferito in Libia dove, l’11 novembre dello stesso anno, venne abbattuto durante una missione di volo. Il giorno 17 novembre venne trovato il cadavere. 

Otto Huber, fu insignito di una medaglia d’oro, due d’argento, tre di bronzo e due croci al valor militare per essere stato “Aviatore abile ed ardito, combattente di indomito coraggio”. Intorno alla sua persona il potere fascista costruì, alla vigilia e durante la campagna d’Abissinia, un vero e proprio culto dell’eroe. La medaglia d’oro al merito gli fu data “in quanto glorioso esempio di amor patrio dei nuovi figli d’Italia”; “Ottone” Huber ricevette una sepoltura d’onore nel cimitero di Merano; nel 1934 via Andreas Hofer a Merano venne ribattezzata via Ottone Huber, mentre a Bolzano gli venne intitolata una grande caserma in via Druso.

I

Via FRANZ INNERHOFER

Franz Innerhofer è nato a Marling nel 1884. Frequentò la formazione per insegnanti di scuola elementare, prima a Feldkirch (Vorarlberg), poi a Bolzano e si laureò come alunno del collegio degli insegnanti a Gries nel 1903, dopo di che fu prima insegnante a Riffiano e poi nel suo villaggio natale Marling, quando suo padre andò in pensione intorno al 1914. Nel 1920 celebrò il suo matrimonio a Gries con Maria Pöder von Tscherms. La sua unica figlia Maridl, nacque il 2 aprile 1921, poco meno di tre settimane prima della tragica morte.

Innerhofer era apprezzato, ritenuto insegnante competente e impegnato e godeva di una grande reputazione nella comunità. Anche gli scolari erano molto affezionati a lui. Oltre all’apicoltura, Innerhofer dedicò il suo tempo libero principalmente agli interessi musicali, suonando il piano e l’organo. Come organista di chiesa di Marlengo, era riuscito a migliorare chiaramente la performance del coro coltivando la musica sacra. Nella Musikkappelle suonava la grancassa, il grosso tamburo che batteva anche nel giorno dell’omicidio.

Il 24 aprile 1921, il maestro Franz Innerhofer veniva barbaramente ucciso dai fascisti nella cosiddetta “giornata di sangue di Bolzano”. Squadristi capeggiati da Achille Starace, attaccarono in piazza delle Erbe con lanci di bombe a mano un corteo tradizionale formatosi in occasione della Fiera di Bolzano e dopo un inseguimento uccisero il maestro di Marlengo) nonché dirigente della banda musicale e giornalista, Franz Innerhofer, intento a proteggere uno studente presso il portone di palazzo Stillendorf in via Vanga. Il 26 aprile 1921 si tenne un imponente corteo funebre che condusse il feretro di Innerhofer per le vie di Bolzano e attraverso la val d’Adige a Marlengo, suo paese natale e luogo di sepoltura.

J

K

Via JOHN FITZGERALD KENNEDY

John Fitzgerald Kennedy, (Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963), è stato un politico statunitense e il 35º presidente degli Stati Uniti d’America.

Candidato del Partito Democratico, vinse le elezioni presidenziali del 1960 diventando presidente degli Stati Uniti d’America.

Kennedy è stato il primo presidente degli Stati Uniti d’America di religione cattolica. La sua breve presidenza, in epoca di guerra fredda, fu segnata da alcuni eventi molto rilevanti: la crisi di Berlino del 1961 con la costruzione del Muro, la corsa alla Luna, la conquista dello spazio, l’invasione di Cuba e il progetto segreto per abbattere il regime di Castro con lo sbarco nella baia dei Porci, la crisi dei missili di Cuba, gli antefatti della guerra del Vietnam e l’affermarsi del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Kennedy fu assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. L’assassinio di Kennedy fu un evento focale nella storia degli Stati Uniti per l’impatto che ebbe sulla nazione e sulla politica del Paese. La figura di Kennedy continua tuttora a ricevere stima e apprezzamento.

L

Via LA COSTA

Il nome della via prende spunto dalla frazione “Seit/La Costa”. Il toponimo è attestato nel 1664 come auf Seit e nel 1704 come Seith e significa “zona erbosa secca”. Il nome più antico risulta invece essere Fasseit, attestato sin dal 1321 con Perchtoldus de Vasseit. Il nome italiano è stato introdotto nel 1940, nel corso della seconda fase dell’italianizzazione della toponomastica in provincia di Bolzano. Il toponimo italiano “La Costa” poco usato anche dalla popolazione di lingua italiana fa riferimento alla collocazione della frazione sul fianco, costola della montagna.

Via LICHTENSTEIN

I Liechtenstein erano una famiglia di origine ministeriale, poi così denominata dal castello di Liechtenstein, presso Vienna. Agli inizi del 1200 si era affermata nell’area di confine fra Austria, Moravia e Boemia, svolgendo un ruolo di prima grandezza nelle vicende dell’Impero. La posizione di baroni di frontiera consentì alla casata un particolare spazio di libertà e di iniziativa e stretti legami con gli Asburgo. La chiesetta di San Pietro, stemma di Laives, situata su una collina che sovrasta l’abitato risale al 12° secolo ed era originariamente la cappella del castello Lichtenstein. I conti di Lichtenstein avevano giurisdizione sul territorio e sottostavano al principe vescovo di Trento. Dell’antico castello costruito nel 1160 e distrutto nel 1290 del quale faceva parte anche una rocca sottostante (dove ora si trova l’albergo „Pfleg”) restano solo poche rovine accanto alla chiesetta. 

Via MANLIO LONGON

Manlio Longon (Padova, 1º gennaio 1911 – Bolzano, 1º gennaio 1945) è stato un partigiano e dirigente d’azienda italiano.

Dopo la laurea in economia e commercio all’Università degli studi “Ca’ Foscari” di Venezia, fu assunto dalla Magnesio di Bolzano. L’impresa era considerata di interesse bellico e pertanto Longon fu esonerato dal servizio militare durante la seconda Guerra Mondiale.

Dopo l’8 settembre 1943 fu tra i promotori della resistenza e fu presto messo a capo del CLN di Bolzano.

L’attività del CLN Zona Bolzano fu caratterizzata dall’essere la provincia parte della Zona d’Operazione delle Prealpi, e quindi di fatto annessa alla Germania. Molto attivo fu nell’assistenza agli internati nel Lager di Bolzano.

A metà del dicembre 1944 Longon cadde nelle mani della Gestapo. Fu impiccato nella sua cella il 1º gennaio 1945, dopo giorni di torture.

M

Via GIANNANTONIO MANCI

Il Conte Giannantonio Manci (Trento, 14 dicembre 1901 – Bolzano, 6 luglio 1944) è stato un imprenditore, antifascista e partigiano italiano, eroe della resistenza italiana.

Fin dall’anno 1920, iscrittosi al Partito Repubblicano Italiano, animò la sua sezione trentina, assumendo immediatamente posizione contro il fascismo e cominciando una campagna contro quella dittatura verso cui non si fece mai illusioni, criticando senza riserve il fenomeno fascista, definendolo controrisorgimentale.

Nel 1924 si avvicinò ai fondatori del movimento “Italia Libera”.

Il 20-21 settembre 1943 si svolge la prima riunione del Comitato di Liberazione di Trento e viene nominato capo della Resistenza Trentina come presidente del CLN di Trento.

Viene arrestato, insieme al comandante Gastone Franchetti dalla Gestapo il 28 giugno 1944 a causa dell’azione di Fiore Lutterotti, spia al servizio della polizia nazista che presentò un rapporto in cui descrisse dettagliatamente la Brigata Cesare Battisti.

Muore gettandosi dal terzo piano della finestra della sede della Gestapo di Bolzano per sfuggire alla tortura il 6 luglio 1944.

Via ALESSANDRO MANZONI

Alessandro Manzoni, (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano.

Considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo I promessi sposi, caposaldo della letteratura italiana, Manzoni ebbe il merito principale di aver gettato le basi per il romanzo moderno e di aver così patrocinato l’unità linguistica italiana.

Manzoni lasciò un segno indelebile anche nella storia del teatro italiano (per aver rotto le tre unità aristoteliche) e in quella poetica (nascita del pluralismo vocale con gli Inni Sacri e della poesia civile).

Il successo e i numerosi riconoscimenti pubblici e accademici (fu senatore del Regno d’Italia) si affiancarono a una serie di problemi di salute (nevrosi, agorafobia) e famigliari (i numerosi lutti che afflissero la vita domestica dello scrittore) che lo ridussero in un progressivo isolamento esistenziale. Nonostante quest’isolamento, Manzoni fu in contatto epistolare con la migliore cultura intellettuale francese, con Goethe, con intellettuali di primo ordine come Antonio Rosmini e, seppur indirettamente, con le novità estetiche romantiche britanniche (influsso di Walter Scott per il genere del romanzo).

Morì il 22 maggio del 1873, quasi un mese dopo la morte del figlio maggiore Pier Luigi, avvenuta il 28 aprile dello stesso anno.

Via GUGLIELMO MARCONI

Guglielmo Giovanni Maria Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937) è stato un fisico, inventore, imprenditore e politico italiano.

A lui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di comunicazione con la telegrafia senza fili via onde radio o radiotelegrafo che ottenne notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione, la televisione e in generale tutti i sistemi che utilizzano le comunicazioni senza fili, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909.

Via MASO HILBER

Il Maso Hilber è un maso storico. Nel 1540 il maso viene nominato con Alessandro Hilber, che paga alla Cappella di San Giacomo una libbra. Nel 1562 Hans Hueber è al Hilber, in qualità di mezzadro e nel 1588 proprietario del maso è Cristoff Rottenpuecher, ufficiale Trapp di Bolzano.

Nel 1643 nella proprietà succede il capitano Augustin Koller, prevosto della chiesa e nel 1697 Michael Ranigler, figlio di Adam Ranigler che l’ha preceduto.

Nel 1727 succede Georg Anton von Menz, che da mezzadro, in seguito diventa proprietario dell’Hilber, la di cui proprietà consiste in un’abitazione, un fienile, un’altra casetta, due ettari di pascolo e campagna, un piccolo vigneto vicino al “Wolfsgruben” (fosso del lupo). All’Hilber appartengono altre proprietà come un terreno dissodato, un vigneto chiamato “Raut o Hilberlei”, montagna di due ettari ed un po’ di monte.

In questo periodo Hilber, ovvero i suoi possedimenti erano molto spartiti.

Dopo essere passati al figlio Georg von Menz la proprietà passò nel 1828 a Giuseppe Conte Thun e nel 1890 al Conte Guido Thun Hohenstein nel 1926 a Luis Mayr e nel 1964 ad Heinrich Mayr. 

Via MASO RENNER

Il Maso Renner è una costruzione e un possedimento di lunga storia. Nel 1300 il Renner e lo Steinmann formavano un’unica proprietà terriera e nel 1528 erano di Martin Kirchhammer. Da Novaponente scendeva e scende tutt’ora un ruscello: Sissa. Il ruscello lambisce sulla sinistra Montelargo e sulla destra Montestretto. 

Nel 1557 i masi Steinmann e Renner vennero scissi fra gli eredi di Martin Kirchhammer. Ziprian divenne proprietario dello Steinmann e Quirinus proprietario del Renner e del monte Schmal. Nel 1575 Balthassar Nitter paga le tasse per il maso Renner. Nel 1572 gli credi di Jacob Gillmann pagano pure per il Renner in Sissa. Nel 1666 la stessa cosa per gli eredi di Gillmann. Nel 1695 succede nella proprietà Paul Sannini e nel 1727 Gillmann e quindi il Conte von Thun.

Nel 1777 proprietario è il Conte Johann von Thun della Val di Non.

A questa data il maso è composto da una abitazione, una campagna, un fienile vicino ad un vigneto di 25are, un vigneto di 52are di uva pregiata, un pascolo di un ettaro e mezzo, un terreno paludoso di 10 ettari – adiacente alla strada statale – e un grande bosco che dal maso Weingarten va fino al monte Schmal, fino alla Parete Rossa ed oltre fino alla chiesa di Nova Ponente. Parte della tassa va alla chiesa di Novaponente. Nel 1828 proprietario del Renner è il Conte Giuseppe von Thun, nel 1890 il Conte Guido von Thun Hohenstein, nel 1928 il Conte Ernesto Thun, nel 1955 il Conte Sigismondo Thun, nel 1972 Widmann Francesco e nel 1982 diviene proprietario Gazzini Piergiorgio.

Si racconta che un serpente di enormi dimensioni, in tempi assai remoti, si sarebbe aggirato nei pressi del maso, spaventando tutti, anche quelli, che non l’avevano mai visto e con gli occhi della fantasia, gli facevano assumere sproporzionate dimensioni di drago.

Si racconta, che colui che l’uccise, fosse stato festeggiato come un eroe, ma che una goccia di sangue dell’animale gli fosse stata fatale, per cui perse la vita.

Tutti gli abitanti del maso, in paese, venivano chiamati “I Renneri”.

Il crocifisso, che ancor oggi sta sul frontale del maso, in tempi assai lontani, si trovava in una radura fra il verde boschivo, sul pendio della montagna, ove aveva termine la Promenade, posto assai frequentato dai Conti con amici ed ospiti. Da molti anni, forse dal tempo del nubifragio, il crocifisso si trova al maso. 

Via PETER MAYR

Peter Mayr (Siffiano di Renon, 15 agosto 1767 – Bolzano, 20 febbraio 1810) è stato un patriota tirolese che prese parte all’Insorgenza tirolese.

Il 3 aprile 1797 sperimentò il ruolo di guida degli Schützen di Renon in una scaramuccia contro un reparto francese che fu costretto a ritirarsi a Bolzano.

Nel 1804 lavorava come oste presso una locanda in località La Mara (an der Mahr), alla periferia sud di Bressanone sulla strada del Brennero. 

Ebbe un ruolo importante nella lotta contro la Francia napoleonica: la bottega del fabbro dietro la locanda fungeva da ritrovo per le riunioni segrete.  

Gli immediati preparativi dell’insurrezione tirolese furono preparati da Andreas Hofer, sulla via del ritorno da Vienna, con l’aiuto di diversi osti del Tirolo. Mayr portò a termine il suo compito per la zona a lui assegnata e combatté il 25 ed il 29 maggio 1809 sulla cima del Pfeffersberger ed insieme a Josef Eisenstecken sul Bergisel.  

L’onesto oste “della Mara”, guidò nel 1809 con Andreas Hofer le lotte di liberazione dei tirolesi.

Il luogotenente Mayr, assieme all’eroe Hofer, furono entrambi rinchiusi nel carcere cittadino, posto di fronte alla Maximilianhaus (oggi sede del Museo di scienze naturali dell’Alto Adige).

Anche Peter Mayr, come Andreas Hofer, morì fucilato lo stesso giorno, ma a Bolzano, dopo che rifiutò di mentire per salvarsi; gli sarebbe bastato giurare di non aver saputo dell’appello all’armistizio per aver salva la vita, ma fedele al comandamento di “non dire falsa testimonianza”, fu giustiziato.

Via ANTONIO MEUCCI

Antonio Meucci, (Firenze, 13 aprile 1808 – New York, 18 ottobre 1889), è stato un inventore italiano, celebre per lo sviluppo di un dispositivo di comunicazione vocale accreditato da diverse fonti come il primo telefono, il cosiddetto telettrofono.

Il brevetto del telefono fu ufficialmente intestato per la prima volta ad Alexander Graham Bell, che è anche noto come l’inventore dell’apparecchio. Una risoluzione approvata dal Congresso degli Stati Uniti d’America l’11 giugno 2002 ha comunque riconosciuto un ruolo di Meucci nell’invenzione del telefono, indicandolo ufficialmente come l’inventore e disconoscendo il dubbioso operato di Bell. Numerose enciclopedie accreditano Meucci come l’inventore del telefono.

Meucci non si limitò solo all’invenzione del telettrofono, ma propose numerose innovazioni tra cui le candele steariche, oli per vernici e pitture, bevande frizzanti, condimenti per pasta e una tecnica per ottenere pasta cellulosica di buona qualità.

Via MONTE FRANCESCO

La via prende il nome dalla montagna sovrastante l’abitato di Laives. Probabilmente potrebbero essere diversi i “Francesco” illustri cui poter legare il nome a questa via (e a questo monte). Da San Francesco in poi. Da considerare però Francesco I di Lorena (1708-1765) fondatore della dinastia degli Asburgo-Lorena e marito di Maria Teresa d’Austria, regina di Boemia e d’Ungheria, dalla quale ebbe sedici figli, tra cui i futuri imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, le regine Maria Carolina di Napoli e Maria Antonietta di Francia, e la duchessa Maria Amalia di Parma. Insieme alla moglie fu il fondatore della dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le redini dell’Austria e degli stati ereditari asburgici sino alla prima guerra mondiale.

Via MONTELARGO

Anche questa via prende il nome da una montagna che si estende sopra la città. Non è difficile in questo caso immaginare che il nome derivi dalla forma del monte. Anche nella versione tedesca (Breitenberg) il significato rimane lo stesso.

Via MARIA MONTESSORI

Maria Tecla Artemisia Montessori (Chiaravalle, 31 agosto 1870 – Noordwijk, 6 maggio 1952) è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo. Fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.

Via ALDO MORO

Aldo Romeo Luigi Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico, accademico e giurista italiano, segretario politico e presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana.

Tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959). Fu più volte ministro e Presidente del Consiglio dei ministri. Guidò governi di centro-sinistra (1963-68), promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano. 

Fu rapito il 16 marzo 1978 e ucciso il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse.

Via WOLFGANG AMADEUS MOZART

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un musicista austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di composizioni di straordinario valore artistico.

Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento. Iniziò a comporre all’età di 5 anni e morì all’età di trentacinque, lasciando pagine di musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere, tanto da essere definito dal Grove Dictionary come “il compositore più universale nella storia della musica occidentale”.

Fu il primo, fra i musicisti più importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una carriera come libero professionista. 

Fu uno dei massimi esponenti del classicismo musicale settecentesco e insieme a Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven costituisce la triade alla quale, nella letteratura musicologica, alcuni autori fanno riferimento come prima scuola di Vienna.

N

Via LUIGI NEGRELLI

Luigi Negrelli (Fiera di Primiero, 20 aprile 1799 – Vienna, 1º ottobre 1858) è stato un ingegnere italiano con cittadinanza austriaca di origine trentina.

Pioniere della ferrovia e ingegnere civile di levatura mondiale, è noto soprattutto per aver steso il progetto per la realizzazione del Canale di Suez.

Via ALFRED NOBEL

Alfred Nobel (Stoccolma, 21 ottobre 1833 – Sanremo, 10 dicembre 1896) è stato un chimico, imprenditore e filantropo svedese. 

È noto per essere stato l’inventore della dinamite e l’ideatore del premio Nobel. Nel 1888, il fratello di Alfred, Ludvig, morì mentre si trovava a Cannes e per errore un giornale francese aveva pubblicato un necrologio condannandolo aspramente per l’invenzione della dinamite. Il titolo del necrologio recitava: “Il mercante di morte è morto” (Le marchand de la mort est mort), continuando poi: “Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri”. 

Profondamente preoccupato di come sarebbe stato ricordato dopo la sua morte il 27 novembre del 1895 sottoscrisse il suo famoso testamento, con il quale istituì quei riconoscimenti che sono diventati noti come premi Nobel. 

Nel 1896 Nobel muore per un’emorragia cerebrale in Italia, nella sua villa sulla Riviera ligure.

Via JOSEF NOLDIN

Josef Noldin (Salorno, 25 novembre 1888 – Bolzano, 14 dicembre 1929) è stato un avvocato austriaco, promotore delle Katakombenschulen durante il periodo fascista.

Studiò giurisprudenza all’Università di Innsbruck dove ottenne il titolo di avvocato nel 1912. Nei primi anni lavorò come avvocato a Mezzolombardo. Partecipò alla prima guerra mondiale come Kaiserjägeroffizier, dove fu gravemente ferito e catturato dai russi, che lo deportarono in Siberia, dove rimase prigioniero fino al 1920.

Tornato a Salorno nel 1921, si rifiutò di dichiararsi italiano.

Dopo che il regime fascista ebbe vietato le scuole in lingua tedesca, Josef Noldin organizzò assieme al canonico Michael Gamper scuole private per permettere l’insegnamento del tedesco in case private, le cosiddette Katakombenschulen. Nonostante un ulteriore divieto di queste scuole private, continuò con l’insegnamento, dato che nel resto d’Italia le scuole private tedesche non erano proibite. 

Nel 1925 fu arrestato per aver organizzato una festa natalizia con i bambini di Salorno e nel 1927 fu condannato all’esilio a Lipari in quanto antifascista. Tornato da Lipari, malato e espulso dall’ordine degli avvocati, morì all’età di quarantuno anni.

Noldin oggi viene considerato un martire per la scuola tedesca sudtirolese.

O

P

Via delle PART

Le “Part” (divisione di un’area in parti) sembrano risalire ai tempi di Maria Teresa d’Austria (Vienna, 13 maggio 1717 – Vienna, 29 novembre 1780), arciduchessa regnante d’Austria  e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I. 

In virtù della Prammatica Sanzione del 1713, emanata dal padre, l’imperatore Carlo VI, nel 1740 fu la prima (nonché unica) donna della Casa d’Austria ad ereditare il governo dei vasti possedimenti della monarchia asburgica. 

Il suo governo personale è ricordato come un periodo ricco di riforme illuminate nei campi della giustizia, del sociale, dell’economia, dell’agricoltura, del commercio. Tra le riforme si ricordano anche quelle sull’autoamministrazione delle comunità locali o del catasto particellare.

Via GIOVANNI PASCOLI

Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta e accademico italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento.

Pascoli è insieme a Gabriele D’Annunzio il maggior poeta decadente italiano.

Dal Fanciullino, articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D’altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del “fanciullino” presente in ognuno: quest’idea consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di “poeta vate”, e di ribadire allo stesso tempo l’utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia.

Egli, pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell’epoca, né mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di D’Annunzio), manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosuè Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere più importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli stesso riorganizzò per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di base del proprio mondo poetico e artistico.

Piazza DON DOMENICO PENNER

Parroco della frazione di Pineta per molti anni, don Domenico Penner, è nato a Besenello (TN) il 13.10.1920 e deceduto a Bolzano il 24.01.2001.

Distintosi per la propria attività svolta con particolare dedizione in favore della popolazione della frazione, è ricordato da molti come sacerdote attento ai più deboli. In modo riservato e silenzioso ha dato sostegno (anche economico) a molte persone in difficoltà della comunità di Pineta. 

A lui è legata la costruzione della chiesa dedicata a San Giuseppe Lavoratore, iniziata nel 1963 e conclusa nel 1969 e degli spazi attigui che don Domenico ha messo a disposizione per offrire servizi alla frazione (sale anziani, centro giovani, Poste italiane, ecc).

Via PIETRALBA

La via prende il nome dalla località a 1.520 metri s.l.m. dove si trova il luogo di pellegrinaggio più importante dell’Alto Adige: il Santuario della Madonna di Pietralba (Weißenstein in tedesco). Qui, nel 1553, la Vergine Maria apparve all’eremita Leonhard Weissensteiner dopo che cadde in una gola profonda. Leonhard costruì una cappella in onore della Vergine Maria, la quale venne presto ampliata diventando l’odierno edificio barocco. L’imponente convento venne aggiunto in seguito. Nel 1885, l’allora vescovo di Trento, Giovanni Giacomo della Bona consacrò nuovamente la statua della Madonna Addolorata. I numerosi ex voto testimoniano la schiera di pellegrini che ogni anno visitano il Santuario.

È possibile raggiungere il Santuario a piedi, partendo proprio da Laives, percorrendo un tratto di questa via per poi spingersi lungo il vecchio Sentiero dei Pellegrini (con i capitelli di una via Crucis) che porta in circa 4 ore dalla Chiesa Parrocchiale di Laives al Santuario della Madonna di Pietralba.

Q

R

Via RIO VALLARSA

Il rio Vallarsa è un corso d’acqua che sorge sul monte Corno Bianco, attraversa poi l’omonima valle (Brantental) a partire da Nova Ponente, costeggiando la strada che collega quel paese a Laives. Attraversa quindi la città di Laives, dove il corso è circondato su entrambe le sponde da un parco, e sfocia quindi nella Fossa di Bronzolo, un canale artificiale che scorre da Bolzano ad Ora, dove si getta nell’Adige. La conoide su cui sorge l’abitato di Laives è opera del rio.

Via del RIO

La via prende il nome dal rio Dolce che scende dalla montagna che sovrasta l’abitato di Pineta di Laives, scorre lungo il lato sud della frazione (detta appunto via del Rio) e termina poi nel rio Lusina.

Via RIO DOLCE

Nel 1506 Paul von Liechtenstein aveva aperto qui alcuni canali per irrigare la zona, creando così il fosso “Sieße Brunn”, conosciuto appunto come Rio Dolce.

Via PETER ROSEGGER

Peter Rosegger, (Krieglach, 31 luglio 1843 – Krieglach, 26 giugno 1918), è stato un poeta e scrittore austriaco. Fu un rappresentante della Heimatliteratur, ovvero della «letteratura della terra natale» che sul finire del XIX secolo contrappose gli antichi valori contadini al materialismo del mondo industriale.

Di umili origini, si dedicò alla letteratura a partire dal 1869, pubblicando una raccolta di poesie in dialetto stiriano.

Via ANTONIO ROSMINI

Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati (Rovereto, 24 marzo 1797 – Stresa, 1 luglio 1855) è stato un filosofo, teologo e presbitero italiano.

Della sua nascita, Rosmini renderà sempre grazie a Dio poiché «Egli la fece coincidere con la vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata».  

Rosmini compì gli studi giuridici e teologici presso l’Università di Padova e ricevette a Chioggia l’ordinazione sacerdotale. Iniziò a mostrare una profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da papa Pio VII.

Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo rapporto d’amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l’umanità».

Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del principe vescovo di Trento, fondò la congregazione religiosa dell’Istituto della Carità, detta dei “Rosminiani”. Le Costituzioni della nuova famiglia religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono approvate da papa Gregorio XVI nel 1839.

A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il “Collegio Rosmini”.

Rosmini è sepolto all’interno del Santuario del SS. Crocifisso di Stresa.

Via GIOACHINO ROSSINI

Gioachino Rossini, (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, 13 novembre 1868), è stato un compositore italiano.

La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato principalmente per opere famose e celebrate quali Il barbiere di Siviglia, L’italiana in Algeri, La gazza ladra, La Cenerentola, Semiramide e Guglielmo Tell.

Rossini compose la prima opera all’età di quattordici anni e scrisse trentanove opere di rilievo in diciannove anni, prima del suo improvviso abbandono del teatro nel 1829; seguirono decenni in cui Rossini abbandonò l’attività compositiva a livello professionale e fu afflitto da depressione. Morì nella campagna parigina di Passy, dove si era ritirato a vita privata.

Il “più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo” ed uno dei massimi operisti della storia della musica, Rossini fu definito da Giuseppe Mazzini «un titano. Titano di potenza e d’audacia […] il Napoleone d’un’epoca musicale».

S

Via SAN GIACOMO

Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore (Betsaida, … – Gerusalemme, 44), fa parte della lista dei dodici apostoli di Gesù, secondo quanto riportato dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli.

Figlio di Zebedeo e di Salome, era il fratello di Giovanni apostolo. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa I.

È venerato da tutte le Chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi.

Via SAN GIOVANNI BOSCO 

Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), è stato un presbitero e pedagogo italiano, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da papa Pio XI nel 1934.

È considerato uno dei santi sociali torinesi.

Rione SAN PIETRO 

Simone, detto Pietro (Betsaida, I secolo a.C. – Roma, 64-67?), è stato uno dei dodici apostoli di Gesù; la Chiesa cattolica lo considera il primo papa. 

Nato in Galilea, fu un pescatore ebreo di Cafarnao. Secondo la tradizione, divenne primo vescovo di Antiochia di Siria per circa 30 anni, dal 34 al 64 d.C., continuò la sua predicazione fino a Roma dove morì fra il 64 e il 67, durante le persecuzioni anticristiane ordinate da Nerone.

Via NAZARIO SAURO

Nazario Sauro (Capodistria, 20 settembre 1880 – Pola, 10 agosto 1916) fu comandante marittimo, patriota e irredentista italiano nativo dell’Istria, all’epoca territorio dell’Impero austro-ungarico e pertanto suo suddito.

Arruolatosi nella Regia Marina, raggiunse il grado di tenente di vascello e, durante la Grande Guerra, fu catturato nel luglio 1916 durante una missione. Condannato da una corte imperiale per alto tradimento venne giustiziato a Pola il 10 agosto dello stesso anno e per tale motivo insignito di medaglia d’oro al valor militare alla memoria. 

Fu tra le figure più importanti dell’irredentismo italiano e massimo rappresentante di quello istriano.

Via FRIEDRICH SCHILLER

Johann Christoph Friedrich von Schiller (Marbach am Neckar, 10 novembre 1759 – Weimar, 9 maggio 1805) è stato un poeta, filosofo, drammaturgo e storico tedesco.

Johann Christoph Friedrich Schiller nasce a Marbach sul Neckar. La famiglia è povera e così Friedrich Schiller trascorre la sua infanzia in condizioni precarie.

Tra il 1767 e il 1772 continua la scuola di latino a Ludwigsburg, scrive le prime poesie e i primi tentativi di drammi teatrali.

Il duca Carlo II Eugenio ordina al padre, che è al suo servizio, di mandare il figlio nella Karlsschule, la scuola militare del duca.

Dal 1774 Schiller inizia a studiare giurisprudenza. Nel 1776 cambia facoltà: adesso studia medicina. Gli interessano soprattutto i rapporti tra corpo e anima. 

Di notte comincia a lavorare su Die Räuber (I Masnadieri), il suo primo dramma per il teatro.

A Mannheim riceve un impiego come drammaturgo presso il teatro locale.

Collabora con vari periodici letterari, ma non ha nessun impiego fisso. È costretto a fare molti debiti e continua a vivere in condizioni economicamente difficili.

Nel 1789 viene nominato Professore di filosofia all’università di Jena. Tiene lezioni di storia.

Tra il 1789 e il 1790 Schiller scrive la sua famosa Storia della guerra dei Trent’anni che lo fa diventare lo storico più famoso della sua epoca.

Tra febbraio e aprile si aggrava il suo stato di salute. Schiller muore il 9 maggio 1805, all’età di 45 anni.

Via FRANZ SCHUBERT

Franz Peter Schubert (Vienna, 31 gennaio 1797 – Vienna, 19 novembre 1828) è stato un compositore e pianista austriaco del periodo romantico.

Franz Schubert nasce il 31 gennaio 1797 a Lichtental, un modesto sobborgo vicino Vienna. Apprende dal padre, maestro di scuola, una prima formazione musicale.

A soli undici anni lascia la famiglia e si reca a studiare presso lo Stadtkonvikt di Vienna.

Vienna è una città decisamente attiva in quegli anni e il giovane compositore non può che esserne influenzato: scrive tra il 1821 e il 1822 numerosi capolavori come il quintetto per pianoforte La trota, le sinfonie Quinta, Sesta, Settima e Ottava (ovvero l’ Incompiuta), la Messa in La bemolle e il Lied La morte e la Fanciulla.

Nel 1827 scrive altri Lieder, Fantasia in Fa minore per pianoforte a quattro mani, una messa in mi bemolle e una sinfonia in do maggiore; queste opere verranno pubblicate solo a distanza di qualche anno dalla sua morte che avverrà il 19 novembre 1828 per le conseguenze di una grave malattia venerea e un attacco di febbre tifoide, a soli 31 anni. Fu sepolto nel cimitero di Währing a Vienna, vicino alla tomba di Beethoven. Nel 1888 le loro salme furono traslate nel “quartiere dei musicisti” dello Zentralfriedhof di Vienna.

Via SOTTOMONTE

Prende il nome dalla collocazione proprio a ridosso della montagna (Monte Largo – Breitenberg).

Via STAZIONE

La via parte dall’abitato di Laives e prende il nome dal punto di arrivo, ovvero la stazione ferroviaria di Laives. La linea ferroviaria Bolzano – Verona passante per Laives fu aperta nel 1859. La stazione di Laives non ha però rivestito grande ruolo soprattutto a causa della sua collocazione distante dal centro abitato.

Via STEINMANN

Prende il nome dalla località Steinmannwald, frazione del comune di Laives. Si dice che tale nome derivi dalla roccia a forma di uomo, che sta all’entrata della stretta valle, dalla quale scende il rio Lusina. Di conseguenza il nome della località Pineta – Steinmannwald: bosco dell’uomo di pietra.

La sagoma dell’uomo di pietra ora non risalta tanto, è meno visibile, in parte distrutta dal terremoto del 6 maggio 1976, che devastò il Friuli.

T

Via Anton THALER

Don Anton Thaler (1872-1936) è stato per 32 anni curato di San Giacomo.

Nato il 19 marzo 1872 a San Valentino in campo, fu ordinato sacerdote a Trento il 12 luglio 1896. Dopo essere stato a Laion, Nalles, Cornaiano, Merano, divenne curato di San Giacomo il 2 dicembre 1903.

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U

V

Via VADENA

Prende il nome dal paese di Vadena (Pfatten in tedesco) con cui Laives confina. Il toponimo è attestato come Uatina nell’855-864, come Pfatena nel 1242 e come Pfetten nel 1296 e probabilmente ha un’origine preromana, ma è stata proposta anche una derivazione dal latino patina (“piatto”) o vadum (“guado”).

Via MAX VALIER

Max Valier (Bolzano, 9 febbraio 1895 – Berlino, 17 maggio 1930) è stato un astronomo, scrittore e un pioniere della missilistica austriaco.

Sin da giovane Valier fu affascinato dalla astronomia. Nel 1913 cominciò ad Innsbruck lo studio universitario in astronomia, meteorologia, matematica e fisica. 

Per lo scoppio della prima Guerra Mondiale, nel 1915 fu richiamato sotto le armi nell’esercito austro-ungarico. Prestò servizio inizialmente nel servizio meteorologico, poi nell’aeronautica, anche come collaudatore di aerei.

Dopo la guerra Valier non riprese gli studi, ma intraprese la carriera di scrittore di opere scientifiche e fantascientifiche.  

Negli anni venti si spese in favore della contestata Welteislehre, la teoria del ghiaccio cosmico, dell’ingegnere austriaco Hanns Hörbiger, che oggi è considerata una pseudoscienza.

A partire dal 1928 Valier sviluppò, in collaborazione con l’industriale dell’automobile Fritz von Opel, i primi mezzi sospinti da razzi.

Il 17 maggio 1930 Max Valier morì in seguito ad un’esplosione durante il collaudo di un razzo: è stata la prima vittima dei viaggi nello spazio. Fu sepolto nel Westfriedhof di Monaco di Baviera.

VIA VENEZIA

Venezia è il capoluogo della regione Veneto. 

La città è stata per 1100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell’Adriatico: per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo, dichiarata, assieme alla sua laguna, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. 

Il toponimo “Venezia” (e le sue antiche varianti: Venédia, Venétia, Venésia, Venéxia, Vinegia) era utilizzato inizialmente per indicare tutta la terra delle popolazioni venete preromane. 

Il nome latino di Venezia è un “pluralia tantum”, si declina cioè al plurale Venetiae e non Venetia (la città veniva concepita come l’unione di più centri sorti sulle diverse isolette e poi fusisi insieme, o comunque costituita da una pluralità di elementi). 

Via GIUSEPPE VERDI

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore italiano.

Giuseppe Verdi è universalmente riconosciuto come uno dei più importanti compositori di opere liriche, ma anche come uno dei maggiori compositori in assoluto.

Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l’Unità d’Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica. Il Va pensiero dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale.

Le sue opere rimangono ancora oggi tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare la cosiddetta “trilogia popolare”: Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La traviata (1853).

Via dei VIGNETI

Con il termine vigneto si intende un appezzamento di terreno dedicato alla monocoltura della vite. Dove ora sorge via dei Vigneti vi era proprio un grandissimo vigneto (per buona parte di proprietà della famiglia Tomasi). 

Via VURZA

Nella zona Vurza vi era un tempo il Wurzerhof e da questo deriva il nome. 

Wurz significa radice. Più difficile immaginare che la parola derivi dalla “vurza” termine che in alcune regioni significa sacca di pelle o stoffa di varia forma in cui tenere denaro o documenti.

W

Via RICHARD WAGNER

Wilhelm Richard Wagner, (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883), è stato un compositore, poeta, librettista, regista teatrale, direttore d’orchestra e saggista tedesco.

Riccardo Wagner è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, in particolare del romanticismo. 

Wagner è soprattutto noto per la riforma del teatro musicale. Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito per la rappresentazione dei suoi drammi, dove tuttora si svolge il Festival di Bayreuth, dedicato completamente al compositore di Lipsia.

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